Corinna Coroneo


Corinna Coroneo


-Sono nata nel Sud Italia, terra baciata dal sole e dal mare, in una famiglia giovane e frizzante sempre attenta alle varie forme di espressione artistica. La mia mamma ha divorziato quando io avevo quasi un anno di vita e son cresciuta con i miei nonni quarantenni e con i miei zii poco più che adolescenti. Tutti loro studiavano danza classica, compresa la mia mamma, e quindi anche io presto fui coinvolta in questa disciplina artistica: quando ho iniziato avevo poco più di due anni. Il Palcoscenico per me è sempre stato una seconda casa, la scuola di danza la mia seconda famiglia. Ho studiato danza classica, moderna e contemporanea per circa 18 anni. Mio zio nel contempo mi trasmetteva un amore sviscerato per la musica e così decisi di intraprendere lo studio del pianoforte parallelamente alla danza. Crescendo però mi resi conto che un amore più grande stava nascendo nel mio cuore, quello per il cinema e per la recitazione. Ogni volta che andavo al cinema entravo in una sorta di mondo incantato che non finiva lì, ma continuava nei miei sogni. Ed ecco fatto! Scoprì che il mio gioco preferito era  vedere i film e quanti più ne vedevo più ero felice. E soprattutto quando qualche scena mi colpiva particolarmente, amavo interpretarla. Non c’è stato un momento o un qualcosa di preciso che mi ha fatto scattare un clic facendomi capire che la recitazione sarebbe stata la mia ragione di vita: proprio non riesco a identificarlo. Credo semplicemente che questo sia il disegno prescelto dalla mia anima prima che io venissi al mondo: per dirla con più semplicità la mia vocazione e non mi rimaneva altro che seguirla. Fondamentale per me è stato l’incontro con due donne fantastiche, due anime sensibili e profonde, due insegnanti strepitose che mi hanno presa per mano e accompagnato in questo percorso artistico: Beatrice Bracco e Francesca Viscardi Leonetti. Per sempre nel mio cuore, a loro dirò eternamente grazie. I modelli a cui mi sono ispirata e ho sempre amato? Senza alcun dubbio Liv Ullman e Gena Rowlands, profondamente diverse ma ugualmente potenti e penetranti.
-Sono profondamente convinta che non si debba mai smettere di imparare e crescere artisticamente. Lo studio è fondamentale come fondamentali sono la passione e la dedizione. Amo recitare, vorrei sapere tutto a riguardo, sono costantemente curiosa. La curiosità alimenta la ricerca, la ricerca non ha mai fine, e ciò che non ha fine mantiene vivi. L’arte è Vita ed è eterna.
-Il Cinema ma in generale l’intero comparto artistico in questo periodo sta subendo una grossa battuta d’arresto in Italia e nel mondo a causa della Pandemia in atto. Non riesco ad immaginare il mondo che ci troveremo a vivere quando questo brutto sogno infernale sarà finito. Sicuramente molte cose cambieranno, le persone cambieranno, la sensibilità artistica cambierà. Mi piace però pensare ad una nuova rinascita, a nuove prospettive all’orizzonte. L’amore di cui parlavo prima, la curiosità che alimenta la ricerca costante e la ricerca come creazione di nuova linfa vitale. D’altronde, citando Shakespeare, “Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è raccolta la nostra breve vita”. Siamo ormai ben lontani dal punto in cui il problema era che il Cinema fosse principalmente al maschile e ora, soffermarmi a riflettere sulla differenza tra uomini e donne mi appare  indelicato in un momento in cui tutto cambierà e non sappiamo cosa ci troveremo a vivere. La cosa più bella sarebbe tirare fuori tutta la positività che è in ognuno di noi, tutta la creatività affinché converga nella creazione di un qualcosa di nuovo in cui non esistono più differenze, separazioni, caste e interessi e in cui ognuno abbia la possibilità di prendersi ciò che gli appartiene.
-Quando mi si offre un lavoro sono come una donna che esce dall’apnea e trova l’ossigeno. Vivo e dunque sono estremamente felice e grata per la possibilità datami. Ogni progetto che si conclude è come una morte, e quindi un nuovo progetto è una nuova nascita e come tale richiede grande amore e impegno e voglia di migliorarsi sempre di più.
-Sono profondamente legata al film “La Scultura” di Mauro John Capece. E’ il mio primo film da protagonista in un ruolo per nulla semplice. Non so precisamente il perché ma “La Scultura” è il mio primo grande amore. Come attrice mi ha dato numerose soddisfazioni. Ho vagato per il mondo, ho vinto numerosi premi come migliore attrice, ho scoperto un nuovo mondo e realizzato che i sogni si avverano e i sacrifici pagano. Il  16 Aprile 2020 sarebbe dovuto uscire nelle sale italiane il film “La Danza Nera” sempre del regista Mauro John Capece, e anche questo film per me è molto importante nonostante sia controverso per le tematiche affrontate. Il mio ruolo è davvero molto profondo, delicato e sfaccettato e ha richiesto la mia più grande umiltà e sensibilità nell’interpretare la protagonista Manola senza giudicarla, nel bene e nel male. Purtroppo però è stato tutto rimandato a causa della Pandemia.
Corinna Coroneo
-Come dicevo sopra, sono molto legata al film “La Scultura” soprattutto per la tematica affrontata, ossia la perdita di se stessi quando si sceglie di prostituirsi. Qui la prostituzione non è intesa solo ed esclusivamente da un punto di vista fisico, ma soprattutto dal punto di vista mentale. Ebbene, un consiglio che mi viene da dare ai giovani che decidono di intraprendere un percorso artistico, ma non solo e ora più che mai, è credere in se stessi e alimentare il proprio talento con tanto studio e passione e individuare ciascuno la propria strada con grande senso di responsabilità. Mai scendere a patti e rinnegare se stessi per raggiungere il proprio obbiettivo: questa sarebbe non solo la via più breve ma anche la più pericolosa. Dietro l’angolo ci sarebbe la propria perdita e la morte della propria anima che invece andrebbe protetta e rispettata, sempre e comunque.
-Coniugare vita privata e lavoro è bizzarro ma per me è semplice. Fondamentalmente sono una donna poco mondana e amo stare dentro casa dove ho tutto ciò che mi fa stare bene: il mio compagno, i miei gatti, i miei libri, i miei film. Sono sempre molto concentrata sul lavoro artistico, amo scrivere, amo perdermi nella creazione, amo meditare e restare a lungo sola. Ma, come dicevo, quando decido di staccare la spina mi sento molto fortunata perché ho i miei grandi amori a cui dedicarmi, e ciò mi riempie le giornate e la vita.
-Poco prima di questi difficili giorni ho terminato le riprese di un film “Unlucky to love You” che è ora in fase di editing e ricevuto un paio di proposte per altri progetti che avrei molto volentieri accettato. Il tutto però è stato rimandato a data da destinarsi a causa dei difficili giorni che stiamo vivendo.  Sto approfittando di questo periodo per rimaneggiare vecchie sceneggiature e nel frattempo ne sto sviluppando di nuove che mi stanno stimolando davvero molto. Aspettiamo di vedere cosa ci riserva il futuro e resistiamo a questo momento difficile e unico con forza, coraggio, positività, speranza e…tanta Arte e Cultura!
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