maria letizia gorga

di Sherif Awad

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Nasco da una madre pianista che mi ha trasmesso l’amore per la musica e il rispetto per il rigore e la qualità dell’arte. Sin da piccola ho frequentato il teatro e l’arte scenica, anche se non pensavo sarebbe diventato il mio mestiere; poi ho capito che ci sono cose che puoi scegliere e altre che ti scelgono. Non ho potuto mancare l’appuntamento con il destino. Ho amato far dialogare i classici con il pop nella musica come nel cinema ed nel teatro, nel senso che guardavo alla tradizione e al classicismo per apprezzare anche l’innovazione, quello che poteva parlare al cuore della gente. Da Chopin a Renato Zero, da Rachmaninov a Berio e Carmelo Bene, dalla Fracci alla Bausch, da Shakespeare a Beckett, da Fellini a Sorrentino con cui ho avuto il privilegio di lavorare. “La vita è l’arte dell’incontro” diceva Vinicius de Moraes e quindi bisogna essere aperti e in ascolto. 

-Credo che la formazione sia alla base di una lunga carriera, altrimenti tutto sarebbe effimero e transitorio. Il lavoro d’artista è di aggiornamento continuo, di fatica quotidiana, una palestra di emozioni e tecnica. 

-Oggi il nostro orizzonte è più ampio e a volte più dispersivo. Non è importante essere celebri ma avere una nicchia di unicità. Ognuno dovrebbe raccontare la propria storia senza aspettare il plauso ma in un’ottica di condivisione. Ecco l’arte per me è questo: simpatia, dal greco simpatia, ovvero patire insieme,provare emozioni e saperle condividere universalmente. 

-C’è la sfida del presente e l’incertezza del futuro. Questa pandemia ha impedito che si celebrasse il rito del teatro nei suoi luoghi “sacri” e ha consegnato al web una cerimonia virtuale. Ciò deve essere temporaneo e non definitivo o interscambiabile. Il qui ed ora del palcoscenico deve accadere con il suo pubblico dal vivo, in uno scambio di amorosi sensi. Puoi descrivere la situazione attuale delle arti / intrattenimento / industria nel tuo paese? L’Italia che da sempre è riconosciuta nel mondo come patria della cultura dovrebbe maggiormente sostenere questa sua immagine con investimenti più cospicui e mirati. Invece a volte si fa distrarre da altre priorità e dà per scontato ciò che ha. Circa vengono offerte, Mi avvicino a loro con grande rispetto e senso di responsabilità. Tutto ciò che arriva è un dono e va trattato con cura e amore, anche se con una necessaria dose di gioco e follia.

-Un equilibrio tra la tua vita privata e la tua pratica professionale: Non mettendole in competizione. Una è necessaria quanto l’altra e mai d’intralcio. 

Per la nuova generazione, dico, rigore e passione, senza scorciatoie. Cito sempre ai miei allievi un verso di una poesia di Martha Medeiros: “Solo un’ardente pazienza porta al raggiungimento di una splendida felicità” 

Maria Letizia Gorga

-Continuare a viaggiare con il mio spettacolo omaggio alla grande Dalida con cui sto girando da quasi vent’anni e riprendere il mio nuovo lavoro sulla poetessa Amelia Rosselli che ha da poco debuttato al festival di Radicondoli. E poi attendo la ripresa del musical con le canzoni di Pino Daniele “Musicanti” che riprenderà il suo tour in primavera,dopo il grande successo della precedente stagione. -Come cantante, come scegli i tuoi testi e le tue canzoni e poi promuovi le tue canzoni nell’attuale era digitale? Nei miei spettacoli musicali cerco sempre di raccontare storie di donne che hanno lasciato un segno nella storia (Dalida, Mercedes Sosa, Maria Callas) e di farle viaggiare anche attraverso registrazioni audio e video che possano parzialmente restituire quell’incontro. La mia etichetta musicale CNImusic mi accompagna in questi viaggi insieme all’autore di questi spettacoli (Pino Ammendola) e ai miei amici musicisti (Stefano De Meo, Cinzia Pennesi, Pino Iodice, Laura Pierazzuoli, ed altri). Maria Letizia Gorga

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