Adriana Martinetto

Adriana Martinetto
-Nata a Torino, cresco in una famiglia di semplici commercianti in un piccolo paese della provincia torinese, con altri due fratelli, nessun legame apparente con l’arte in generale, fatta eccezione per le prodezze sportive di mio nonno paterno, ciclista professionista e vincitore di tappe del Tour de France.   Il mio sogno di diventare ballerina era già palesemente dichiarato a 3 anni di età. I primi show televisivi, con grandi corpi di ballo, costumi scintillanti e scenografie imponenti, alimentavano in me la percezione che un giorno anch’ io ne avrei fatto parte  e quel desiderio mi rendevano la bambina più felice del mondo al pari di Cenerentola la sera del grande ballo. Vivendo distante dalle strutture accademiche di danza, dovetti aspettare ancora parecchi anni prima che nell’ abitato si insidiasse una scuola di danza. La mia avventura iniziò a 7 anni. A 16 anni iniziai a frequentare le scuole di danza professionali a Torino e Milano che offrivano qualità e formazione migliori. La carriera artistica vera e propria iniziò con la scrittura da “solista” presso la RAI.  Ho lavorato al fianco dei grandi nomi della televisione come Dario Fò, Franca Rame, Enzo Jannacci, Giancarlo Magalli, Andrea Giordana, Sammy Barbot, miti e maestri nello stesso tempo.  In quegli stessi anni  iniziai a lavorare in teatro, la vera palestra per un artista. E grazie alle tourné , ebbi la possibilità di spostarmi per tutto lo “stivale” e cimentarmi nei teatri italiani più prestigiosi. Da Trieste a Palermo, da Torino a Bari, passando per Firenze, Milano Roma e Napoli con le produzioni del Teatro Sistina. a fianco di nomi come Enrico Montesano, Sandro Massimini e coreografi come Gino Landi, Don Lurio, Maurice Bejart. Grazie ai contratti ebbi la possibilità di studiare con grandi maestri di danza, per citarne qualcuno: Victor Litvinov,  Renato Greco, Elsa Piperno, Joseph Fontano, Susanna Della Pietra, Enrico Sportiello, Joan Bosioc, Loredana Furno, Liliana Cosi, Joan Rejes, Renata Giustino, Carla Perotti, Brian Bullard, Garrison Rochelle
-All’ epoca i modelli di riferimento erano pochi, ma incantavano il pubblico televisivo e per chi poteva permetterselo, quello teatrale.  Lo scandaloso ombelico della Carrà, le grandi capacità interpretative della Fracci, la forza di Nureyev erano muse ispiratrici nel mondo dello spettacolo di quel tempo. Non mi perdevo nulla: amavo guardare il Varietà del sabato sera, con le sue luce, paillettes come adoravo vedere i pochi balletti che trasmettevano via etere, Giselle, Romeo e Giulietta, Il lago dei cigni, Lo schiaccianoci..
Adriana Martinetto
-Studiare è fondamentale ed imprescindibile. Apprendere è fondamentale. Si può studiare una vita ma se non si apprende é tutto tempo sprecato. L’ importante che venga fatto in strutture e con docenti adeguatamente preparati in grado di formare il futuro “artista” in coscienza. 
-Eh,  da sempre il mio motto é….. Adriana… punta in alto per salire almeno di qualche gradino. E più pretendi da te stesso, più devi sacrificarti, lavorare e rinunciare ad una vita “normale”. Io così ho fatto. Ma non sono diventata celebre. Ho ottenuto dei buoni risultati sicuramente ma nulla che potesse portarmi così in alto. Delusa? No, nella parola “celebrità” si racchiudono parecchi aggettivi. Penso a fatalità, fortuna, coincidenza, conoscenze, talento per citarne alcuni, un cocktail indispensabile insieme alle capacità e competenze. Non voglio dire che tutte le persone diventate celebri non se lo siano meritato, questo no. Ma ho visto anche tanti artisti  meravigliosi che non sono mai riusciti a sfondare in carriera. Tornando a me, in ogni caso preferisco essere rimasta una “comune” artista. La celebrità è difficile da mantenere e da gestire.
-Le sfide non mancano mai e ben vengano. Sono il “carburante” per la mente di un artista. Il mondo dell’ arte è in continua evoluzione e bisogna stare al passo, aggiornarsi per migliorare. Oggi siamo fortunati, pensando per esempio ad internet che ci permette di  girare il mondo con un click, assistere a  spettacoli in diretta dal Bolshoi, American Ballet. YouTube ci sommerge  con lezioni di danza di tutti i generi, compagnie famose od esordienti. E’ un bel aiuto.
-E questa è una dolente nota. In Italia le grandi compagnie di danza (quelle poche rimaste), lavorano pur risentendo della crisi economica. Ma vi è un “sommerso” molto più grande fatto di medie o piccole compagnie che annaspano per cercare di restare in vita offrendo anche dei prodotti indiscutibilmente validi. Non è una novità che i finanziamenti alla cultura in Italia siano stati quasi del tutto sopressi nel corso degli anni, ma ciò ha  causato inevitabilmente la chiusura di teatri, enti lirici, ed il licenziamento di maestranze ed artisti.  Spero che prima o poi il Governo italiano capisca il danno economico e sociale che ha provocato con queste manovre e vi ponga rimedio. 
-Sono una persona fondamentalmente curiosa, quindi accetto qualsiasi sfida. Grazie alle mie esperienze in campo televisivo e teatrale, ho maturato competenza e versatilità in molti settori dello spettacolo. Si può dire che ho creato spettacoli di danza per orchestre, live band, video clip, convention, cabarettisti, sfilate di moda, cantanti. Dal 2000 ad oggi, ho fondato due piccole compagnie di danza, ai ballerini ho insegnato a danzare a 360 gradi, passando dalla danza classica con le scarpette da punta per finire a ballare con un tacco 12. 
Adriana Martinetto
-La mia vita privata è la danza, quindi, si equilibrano perfettamente. Perché io non faccio la ballerina, come molte direbbero……io sono una ballerina. Presuntuoso……. ma questo é! Mi separo dal mio essere “tersicoreo” solo quando ricopro il ruolo di mamma o moglie.
-Drasticamente, consigliere di fare anche altro! Se proprio impensabile, meglio emigrare in paesi dove l’arte sia  ritenuta al pari di una qualsiasi altra professione. Tenendo in considerazione che “uno su mille ce la fa”, esorto le nuove generazioni ad armarsi di tanta pazienza, coraggio ma avere sempre a disposizione un piano B,  senza fossilizzarsi troppo solo su un unica visione. La carriera di ballerino è breve più di altre discipline e non può essere vista come un punto di arrivo ma solo come uno step.
-Ora continuo a lavora con la mia piccola compagnia denominata A.M. Ballet Company. Con loro sono in costante fermento. Nuove coreografie, nuovi progetti, tanto studio. Cerco di tenermi sempre in carreggiata e pronta per qualsiasi nuova sfida. Come insegnante freelance ho l’ opportunità di lavorare con svariate scuole sparse sul territorio e la possibilità di compararmi con altri maestri, direttori ed allievi. E anche questa è una bella sfida.
MeetingVenus.com
MeetingVenus.com
Articles: 586